14 settembre 2011

Il brutto vizio delle DEM

Anche oggi la solita telefonata proveniente da una sedicente agenzia di comunicazione che tentava di accaparrarsi l’accesso ai nostri database e poterli spammare a piacimento con le loro proposte pubblicitarie.

No grazie.

E non mi sento neanche particolarmente ammirevole nell’aver dato una risposta del genere, anzi, mi pare assolutamente l’unica risposta che un amministratore di database costituito con i dati di utenti che li conferiscono con l’unico scopo di poter rispondere o aver accesso a offerte di lavoro, possa dare.

Eppure non pare proprio essere così.

Da qualche mese il vizietto delle DEM (direct e-mail marketing) ha contagiato quasi tutti i gestori di database professionali e siti di offerte di lavoro.

Mi segnalano pubblicità provenienti dai più blasonati siti di offerte di lavoro, che invece di “blindare” e proteggere i dati dei loro utenti hanno pensato bene di metterli a disposizione delle agenzie pubblicitarie che, dopo averli profilati e catalogati per bene, li trasformano in bersagli facili per i loro spot.

Sono altrettanto convinto che per i colleghi che praticano tale usanza sia un’operazione senza grossi ritorni economici.

Al contrario in alcuni casi le DEM si trasformano in boomerang che proprio a causa del tradimento e del venir meno del patto fiduciario instaurato con il conferimento dei dati e dell’invio del proprio CV gli utenti puniranno sonoramente chi non interromperà questa odiosa pratica.



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